Consulta boccia il referendum sull’autonomia: riforma salva
21 Gen 2025 - Italia
La Corte Costituzionale dichiara inammissibile il quesito referendario sulla legge Calderoli: autonomia differenziata al riparo, avanti nel rispetto della Costituzione.

La Consulta boccia il referendum sull’autonomia differenziata: un ostacolo temporaneo per il percorso riformatore
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo sulla legge Calderoli, la riforma che introduce l’autonomia differenziata. La motivazione principale è legata alla presunta mancanza di chiarezza del quesito referendario, che, secondo i giudici, avrebbe potuto impedire agli elettori di esprimere una scelta consapevole. Inoltre, la Consulta ha sottolineato che il referendum avrebbe inciso direttamente sull’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, materia che, per sua natura, può essere modificata solo attraverso una revisione costituzionale.
Questa decisione, pur rappresentando un ostacolo, non mette in discussione la legittimità del progetto di autonomia differenziata. La stessa Corte, in una precedente sentenza, aveva già riconosciuto la conformità della legge Calderoli ai principi costituzionali, suggerendo alcune modifiche per renderla ancora più solida.
Zaia: “L’autonomia è pienamente legittima, avanti tutta”
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato con determinazione il verdetto della Corte Costituzionale, sottolineando che il percorso verso l’autonomia differenziata non si fermerà. “Questa sentenza conferma la serietà del nostro progetto. La Corte ha ribadito che il processo di autonomia deve proseguire nel rispetto della Costituzione, ma senza perdere di vista i principi di sussidiarietà e solidarietà che sono alla base della riforma”, ha dichiarato Zaia.
Il governatore ha inoltre evidenziato che questa decisione permette di lavorare con maggiore serenità, auspicando un dialogo costruttivo con tutte le forze politiche per portare avanti una riforma che non avvantaggia solo alcune regioni, ma rappresenta un modello di efficienza per tutto il Paese.
Un percorso che guarda al futuro
L’autonomia differenziata è una risposta concreta alle esigenze di modernizzazione e snellimento della macchina amministrativa italiana. L’obiettivo non è creare disparità, ma valorizzare le specificità territoriali, migliorando l’efficienza dei servizi pubblici e responsabilizzando gli amministratori locali.
Il Veneto, da sempre in prima linea su questo fronte, si propone come modello da seguire grazie all’esperienza accumulata e agli studi approfonditi che hanno accompagnato il percorso di richiesta di maggiore autonomia. “Questa riforma non è contro l’unità nazionale, ma al contrario la rafforza, offrendo a ogni regione gli strumenti per crescere e contribuire al benessere complessivo del Paese”, ha ribadito Zaia.
Il ruolo della Consulta e gli altri referendum ammessi
Nonostante lo stop al quesito sull’autonomia differenziata, la Corte Costituzionale ha ammesso cinque referendum su altre materie, tra cui lavoro e cittadinanza. Tra i quesiti ammessi figurano l’abrogazione del Jobs Act, le norme sui contratti a termine e la riduzione da 10 a 5 anni del periodo di residenza richiesto agli stranieri extracomunitari per ottenere la cittadinanza italiana.
Queste tematiche, pur importanti, non devono distogliere l’attenzione dal progetto dell’autonomia differenziata, che rappresenta una delle riforme più ambiziose e necessarie per il futuro del Paese.
Uno stop che non fermerà il cambiamento
La decisione della Consulta non è la fine, ma un nuovo inizio. L’autonomia differenziata resta un pilastro fondamentale per la modernizzazione dell’Italia, e il Veneto è pronto a guidare il cambiamento con determinazione e visione. La strada è tracciata: ora è il momento di accelerare e concretizzare una riforma che garantirà maggiore efficienza, responsabilità e progresso per tutte le regioni italiane.