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Colpo di mano di Al-Julani: via l’esercito, abolito il partito Baath

2 Feb 2025 - Geopolitica

Il leader jihadista scioglie l’esercito nazionale e lo sostituisce con milizie estremiste. Il partito Baath viene abolito e i suoi beni confiscati. Esclusi drusi e curdi dalla nuova costituzione.

Colpo di mano di Al-Julani: via l’esercito, abolito il partito Baath

Il leader jihadista Abu Mohammad al-Julani ha ufficialmente sciolto l’esercito nazionale per sostituirlo con una forza composta esclusivamente da milizie estremiste, sancendo di fatto il passaggio da uno Stato sovrano a un regime fondamentalista privo di qualsiasi legittimità politica e storica. Contestualmente, ha abolito il partito Baath, colonna vertebrale della stabilità nazionale e garante dell’identità araba e laica del Paese, confiscandone i beni. Infine, ha annunciato la redazione di una nuova costituzione da cui saranno esclusi i rappresentanti dei partiti drusi e curdi, un segnale inequivocabile dell’intento settario e autoritario della sua leadership.

La distruzione dell’esercito nazionale: le milizie jihadiste prendono il controllo

Lo scioglimento dell’esercito nazionale rappresenta un colpo durissimo per la sovranità del Paese. L’esercito regolare, simbolo dell’unità nazionale e della difesa dello Stato siriano, sarà sostituito da gruppi armati jihadisti senza alcuna formazione militare convenzionale e fedeli esclusivamente alla loro ideologia estremista. Un passo che azzera ogni parvenza di stabilità e getta il Paese in mano a bande violente, con inevitabili conseguenze sulla sicurezza della regione.

Il progetto di Al-Julani non è altro che la realizzazione di ciò che le potenze occidentali e i loro alleati regionali hanno tentato per anni: lo smantellamento della Siria storica e la sua trasformazione in un emirato settario, dove il fondamentalismo islamico sostituisce il principio dell’unità nazionale.

La fine del partito Baath: cancellata l’identità araba della Siria

L’abolizione del partito Baath e la confisca dei suoi beni rappresentano un attacco diretto alla storia della Siria moderna. Il Baath non è soltanto un partito politico, ma l’incarnazione della lotta per l’unità araba, per il socialismo panarabo e per l’indipendenza dagli imperialismi.

Sotto la guida del Baath, la Siria è diventata un baluardo contro il colonialismo, ha garantito diritti sociali e ha preservato la convivenza tra le diverse comunità etniche e religiose. L’eliminazione forzata del Baath segna quindi non solo la fine di un’epoca, ma il tentativo di distruggere un modello di Stato che ha garantito per decenni l’integrità e la stabilità del Paese.

Non a caso, la decisione di Al-Julani riecheggia le strategie dei gruppi terroristici che, nel caos della guerra, hanno sistematicamente tentato di cancellare qualsiasi traccia della civiltà araba e secolare per sostituirla con un oscurantismo teocratico.

Una nuova costituzione senza drusi e curdi: la deriva settaria del regime jihadista

Come se non bastasse, il nuovo ordinamento che Al-Julani vuole imporre esclude completamente i rappresentanti drusi e curdi, rafforzando un progetto di governo basato su una visione settaria e fondamentalista.

Questo significa la fine del pluralismo etnico e religioso che ha caratterizzato per secoli la Siria e che il Baath aveva sempre difeso contro le ingerenze esterne. L’esclusione dei drusi e dei curdi non farà altro che alimentare ulteriormente il clima di conflitto, favorendo la frammentazione del Paese in enclavi etniche e confessionali, un piano che fa comodo solo alle potenze straniere che da anni cercano di spezzare la Siria.

Un piano per distruggere la Siria dall’interno

Il colpo di mano di Al-Julani non è una semplice riforma politica, ma un progetto deliberato per cancellare la Siria che conoscevamo.

Sostituire un esercito regolare con bande jihadiste significa abbandonare ogni forma di Stato per consegnarsi al caos del terrorismo. Cancellare il Baath significa distruggere l’identità araba e indipendente della nazione. Escludere drusi e curdi dalla nuova costituzione significa gettare benzina sul fuoco delle divisioni etniche.

Chi sostiene il regime di Al-Julani è complice della disgregazione della Siria e della vittoria delle potenze straniere che da anni cercano di ridisegnare il Medio Oriente a loro piacimento.

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