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«Codice Ratzinger», la verità nascosta sul Papa emerito?

29 Apr 2025 - Approfondimenti Politici

Il libro-inchiesta di Andrea Cionci rilancia la teoria della sede impedita: Benedetto XVI avrebbe rinunciato solo al ministero pratico, non al ruolo spirituale. Una lettura controversa che scuote il Vaticano.

«Codice Ratzinger», la verità nascosta sul Papa emerito?

Codice Ratzinger: un’inquietante tesi sulla rinuncia di Benedetto XVI

Nel panorama della pubblicistica ecclesiastica recente, il libro di Andrea Cionci, intitolato Codice Ratzinger, rappresenta senza dubbio uno dei lavori più discussi e controversi degli ultimi anni. Edito nel 2022 da ByoBlu, questo saggio-inchiesta ripropone in maniera inedita e intrigante una questione che già da tempo divide fedeli e studiosi: la validità canonica della rinuncia al pontificato di Benedetto XVI avvenuta nel 2013.

Una rinuncia incompleta?

Cionci sviluppa con grande accuratezza una teoria particolarmente audace: Joseph Ratzinger avrebbe rinunciato soltanto al ministerium, ossia all’esercizio pratico del papato, senza tuttavia abdicare formalmente al munus, ovvero all’incarico spirituale e sacro del pontefice. Questa distinzione, apparentemente sottile, avrebbe implicazioni enormi, mettendo in discussione la legittimità del pontificato di Papa Francesco.

Il libro sostiene infatti che Benedetto XVI, vincolato da circostanze non del tutto chiare, si sarebbe trovato nella condizione di “sede impedita”, una situazione canonica nella quale il papa è materialmente impossibilitato ad esercitare il proprio ufficio, ma continua a detenerne formalmente il titolo. In quest’ottica, Benedetto XVI avrebbe comunicato la propria condizione attraverso segnali linguistici nascosti, ambiguità terminologiche e messaggi simbolici, che Cionci definisce appunto “Codice Ratzinger”.

La strategia di comunicazione nascosta

Secondo l’autore, Benedetto XVI avrebbe adottato questa forma comunicativa per superare una presunta situazione di coercizione, una modalità utile a far trapelare la sua condizione senza violare un obbligo imposto di riserbo o di silenzio. Il libro fornisce una minuziosa raccolta di esempi, citazioni e riferimenti che delineano un quadro indubbiamente suggestivo e meritevole di approfondimento, sebbene naturalmente controverso.

Un conclave sotto interrogativo

Se le tesi sostenute da Cionci fossero confermate, si aprirebbe uno scenario ecclesiastico senza precedenti: tutti i cardinali nominati da Papa Francesco, considerato non pienamente legittimo secondo questa lettura, perderebbero automaticamente la validità della loro posizione. Di conseguenza, anche l’attuale conclave risulterebbe invalido, essendo composto in larga parte proprio da quei cardinali scelti durante il pontificato di Bergoglio. Uno scenario estremo, certamente, ma capace di mettere in discussione non soltanto la gerarchia attuale, bensì l’intera continuità apostolica recente della Chiesa cattolica, rendendo ancor più urgente e delicato il dibattito generato dal libro di Cionci.

Reazioni e dibattiti

La tesi ha inevitabilmente incontrato una resistenza significativa da parte della gerarchia ecclesiastica, e teologi di grande prestigio hanno respinto categoricamente queste interpretazioni. Tuttavia, la meticolosità con cui Cionci ha raccolto le prove – articoli, dichiarazioni, analisi filologiche e documentali – conferisce al testo una coerenza interna tale da renderlo una lettura che, pur se affrontata con prudente scetticismo, non può essere superficialmente liquidata.

È emblematico che il Vaticano non abbia mai commentato ufficialmente le tesi contenute nel libro, mentre Benedetto XVI stesso, prima della sua morte, abbia confermato pubblicamente e più volte la piena volontarietà e validità della sua rinuncia, pur senza dissipare del tutto i dubbi sollevati.

Dubbi aperti e interrogativi legittimi

Nonostante il necessario distacco critico verso le ipotesi più estreme, l’indagine proposta da Cionci ha certamente il merito di tenere viva una riflessione seria sulle dinamiche interne alla Chiesa Cattolica e sui delicati equilibri di potere che ne hanno segnato la storia recente. In ultima analisi, Codice Ratzinger potrebbe non offrire una risposta definitiva, ma rappresenta senz’altro un contributo rilevante nel sollevare interrogativi legittimi che meritano ulteriori approfondimenti e discussioni nel contesto ecclesiastico e storico contemporaneo.

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4 Risposte

  1. Barone prof Luigi ha detto:

    Il silenzio dei vertici vaticani cinfermano le tesi di A.Cionci

  2. Dr Matteo Bandini ha detto:

    Spiace che un sito come Politicoweb dia spazio alle falsità di Cionci. Intanto le parole Ministerium e Munus sono una sinonimo dell’altro (vocabolario Castiglione-Mariotti) e poi è ridicolo dire che Papa Benedetto fosse in sede impedita, dato che poteva incontrare e parlare con chiunque (ha scritto anche dei libri) e nel 2020 andò addirittura a Monaco a fare visita al fratello malato. Comunque Benedetto, riferendosi a questi personaggi, li definì dei fanatici che non avevano accettato la sua decisione (libro Ultime conversazioni) e fu ancor più netto monsignor Ganswein quando affermò che queste teorie erano un vero affronto per Benedetto. Purtroppo siamo di fronte a pura mistificazione, eseguita da personaggi, per me di grande squallore, che cercano di piegare ogni parola, ogni sillaba, che si possa prestare ad un pur minimo fraintendimento, nella direzione utile a portare avanti le loro totali falsità.

  3. Paolo Menti ha detto:

    Con buona pace del Castiglione-Mariotti, che non è un vocabolario tecnico, “munus” e “ministerium” non sono affatto sinonimi né in diritto canonico (Péter Erdő, “Ministerium, munus et officium in Codice Iuris Canonici”, in “Periodica de re morali canonica liturgica”, vol. 78, 1989, pp. 411-436) né nel magistero dei papi (Fernando M. Cornet, “Alla ricerca del Munus perduto”, Arca ed., 2024). Senza contare che nella “Declaratio” papa Benedetto rinuncia al “ministero di vescovo di Roma”, che non è affatto il ministero petrino, di per sé irrinunziabile, e non è neppure l’ufficio petrino stesso, di questo essendo piuttosto conseguenza (si è vescovo di Roma in quanto papa, non viceversa: e togliere l’effetto non toglie la causa). Che specie di rinuncia è, dunque? Ed è solo l’inizio della questione. Quanto al resto, Benedetto non ha mai affermato di avere abdicato e perciò di non essere più papa: con l’espressione “papa emerito”, di suo conio, ha invece coniugato l’emeritato episcopale – caratterizzato dal cessare del ministero – con la permanente designazione pontificale e così ha indicato esattamente la situazione storicamente non ignota (ad es. Pio VII) della sede impedita del vescovo (can. 412 CDC) in quanto applicata al papa (can. 335). Agli effetti pratici poi ha mantenuto stabilmente fino alla morte il comportamento e i segni del pontificato, suscitando pure lo sconcerto se non addirittura lo scandalo di chi non aveva compreso la situazione (ad es. cardd. Brandmüller e Pell). E questo è soltanto l’inizio della questione.

    1. Dr Matteo Bandini ha detto:

      Buongiorno dr Menti, ho letto con una certa difficoltà la sua dotta esposizione, ma le vorrei fare alcune domande: 1) La Universi Dominici Gregis stabilisce in modo chiaro e con parole semplici che un vescovo, per poter essere dichiarato in sede impedita non deve poter comunicare, neppure tramite lettera, con la propria diocesi; ma, come tutti sanno, Papa Benedetto, dopo le sue rinuncia, ha incontrato e comunicato liberamente con moltissime persone, è anche andato all’estero, in Germania…alla luce di queste evidenze mi può spiegare attraverso quale ragionamento (oppure artifizio retorico..) voi lo definite in sede impedita? Per favore, le chiedo gentilmente di rispondere usando parole semplici e comprensibili. 2) Nella Declaratio, Papa Benedetto dichiara: “di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro……. in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. Quando Papa Benedetto dice che dovrà essere eletto un nuovo sommo Pontefice, secondo lei cosa vuole dire? A me sembra molto chiaro che si riferisca ad un nuovo Papa. Secondo lei no? Per favore usi parole semplici. 3) Lei per caso fa parte del gruppo di fanatici a cui fa riferimento Papa Benedetto nel libro ultime conversazioni? La ringrazio delle sue gentili risposte.

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