Caso Delmastro: condanna politica, ma il governo non arretra
21 Feb 2025 - Italia
Il sottosegretario condannato a 8 mesi per rivelazione di segreto d’ufficio, nonostante la Procura avesse chiesto l’assoluzione. Meloni lo difende: “Resta al suo posto”. Nordio: “Sentenza incomprensibile”.

L’ottava sezione penale del Tribunale di Roma ha condannato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro a otto mesi, con pena sospesa, per rivelazione di segreto d’ufficio nel caso dell’anarchico Alfredo Cospito. Una sentenza che arriva nonostante la stessa Procura avesse chiesto l’assoluzione per ben tre volte, evidenziando l’inconsistenza delle accuse.
Questa decisione solleva interrogativi sulla politicizzazione della giustizia italiana: può un tribunale ignorare persino la richiesta di assoluzione dell’accusa? L’impressione che emerge è quella di un attacco mirato a chi, come Delmastro, si è battuto con fermezza per la difesa del carcere duro nei confronti di terroristi e mafiosi.
Delmastro: “Una sentenza politica, non mi dimetto”
All’uscita dall’aula, il sottosegretario ha immediatamente denunciato la natura politica della sentenza. “Spero ci sia un giudice a Berlino”, ha dichiarato, richiamando l’ormai nota espressione che indica la speranza di trovare una giustizia equa. In un post su Facebook, ha rincarato la dose: “Vogliono fermare le riforme? Hanno sbagliato indirizzo! Io non ho tradito i miei ideali, ho difeso il carcere duro per mafiosi e terroristi. Gli italiani lo sanno!”.
Nessuna intenzione di lasciare l’incarico, dunque. Al contrario, Delmastro ha ribadito la volontà di andare avanti con il processo di riforma della giustizia, ponendo fine a un sistema che troppo spesso appare più attento a tutelare i privilegi di certe aree politiche che a garantire equità.
Meloni: “Sconcertata dalla condanna, Delmastro resta al suo posto”
Il sostegno del governo non si è fatto attendere. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso stupore per la sentenza, ricordando come lo stesso PM avesse chiesto prima l’archiviazione e poi l’assoluzione. “Mi chiedo se il giudizio sia realmente basato sul merito della questione”, ha dichiarato la premier, confermando Delmastro nel suo ruolo e lasciando intendere che la battaglia per la riforma della giustizia andrà avanti.
Anche il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato di una sentenza incomprensibile: “Sono disorientato e addolorato per questa condanna che colpisce uno dei collaboratori più capaci. Sono certo che verrà ribaltata nei prossimi gradi di giudizio”.
Un attacco alla giustizia o un attacco al governo?
La vicenda Delmastro è solo l’ultimo esempio di un sistema giudiziario in cui certi ambienti sembrano più interessati a ostacolare l’azione politica della destra al governo che a far rispettare il diritto. Un caso che riaccende il dibattito sulla necessità di riforme profonde, affinché la giustizia torni a essere un pilastro dello Stato e non un’arma nelle mani di certe correnti ideologizzate.
Delmastro non si arrende e, con lui, tutto il governo Meloni: la partita per una giustizia più equa e meno politicizzata è appena iniziata.