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Caccia russi minacciano i cieli baltici, Mosca avverte: “Se abbattuti sarà guerra”

- Europa

Caccia russi intercettati vicino alla Lettonia, l’Alleanza risponde: Trump e Rutte dicono sì all’abbattimento. Mosca avverte: “Sarà guerra”.

Caccia russi minacciano i cieli baltici, Mosca avverte: “Se abbattuti sarà guerra”

📋 Riassunto dell'articolo

Caccia russi avvicinano lo spazio aereo lettone e vengono intercettati da Gripen ungheresi. Mosca minaccia: “Se abbattuti sarà guerra”. Trump e Rutte compatti: necessario colpirli se violano i cieli NATO. Escalation diplomatica e militare sul Baltico.

L’intercettazione sul Baltico

Il Baltico torna ad essere un fronte caldo dello scontro tra Mosca e l’Alleanza Atlantica. Nella giornata di oggi, due caccia ungheresi Gripen, impegnati nella missione di Air Policing della NATO, sono decollati dalla base di Šiauliai, in Lituania, per intercettare un gruppo di velivoli russi — un Su-30, un Su-35 e tre MiG-31 — che si stavano avvicinando pericolosamente allo spazio aereo lettone.
Il comando aereo alleato ha sottolineato come l’intervento dell’Ungheria rappresenti un segnale chiaro: i Paesi baltici non sono soli, e l’Alleanza è pronta a difendere ogni centimetro del suo fianco orientale.

La minaccia di Mosca

La risposta russa non si è fatta attendere. L’ambasciatore di Mosca in Francia, Alexey Meshkov, ha rilasciato dichiarazioni dal tono inequivocabile: “Se i nostri aerei venissero abbattuti, sarebbe guerra”. Una frase che va ben oltre la retorica diplomatica, perché trasforma in minaccia diretta una pratica militare che, in tempo di pace, è parte delle regole d’ingaggio standard della NATO.
Meshkov ha cercato di ribaltare la narrazione, accusando gli alleati occidentali di frequenti violazioni dello spazio aereo russo, insinuando che l’Occidente applichi un doppio standard: giustifica la propria presenza aggressiva vicino ai confini di Mosca ma alza il livello dello scontro quando è la Russia a giocare la stessa partita.

Trump alza la posta

A innescare la nuova fiammata diplomatica sono state le parole del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che due giorni fa ha detto chiaramente come i jet russi che sconfinano nello spazio NATO vadano abbattuti senza esitazioni. Una linea dura, in piena coerenza con la dottrina trumpiana: deterrenza credibile e difesa senza compromessi.
Trump, che già da tempo insiste sulla necessità che i membri dell’Alleanza si assumano le proprie responsabilità e rafforzino le capacità difensive, ha trovato subito l’appoggio del segretario generale della NATO, Mark Rutte.

Rutte: pieno sostegno alla linea di Washington

Il nuovo leader dell’Alleanza Atlantica ha dichiarato a Fox News di essere “totalmente d’accordo con Trump”. “È assolutamente necessario abbattere i jet russi che violano lo spazio NATO”, ha aggiunto, rimarcando che le forze alleate sono “preparate e addestrate” per affrontare questo scenario.
Si tratta di una presa di posizione che segna un salto di qualità nelle relazioni con Mosca: non più soltanto monitoraggio e intercettazioni preventive, ma l’ipotesi concreta di rispondere militarmente a ogni sconfinamento.

La prova di forza e i rischi di escalation

Il quadro che emerge è chiaro: la Russia continua a testare i confini NATO, trasformando i cieli del Baltico in un’arena di provocazioni e risposta. Dall’altra parte, l’Occidente, sotto la guida di Trump, non appare disposto a tollerare oltre questi giochi di potere.
Il rischio è evidente: basta un errore, una manovra aggressiva o un fraintendimento per scatenare l’incidente che nessuno, almeno ufficialmente, dice di volere. Eppure, la durezza delle parole di Mosca — “sarebbe guerra” — testimonia quanto l’ombra di un conflitto diretto si faccia sempre più concreta.

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