Bitcoin risale, la SEC annuncia una task force: prima vittoria politica delle criptovalute
22 Gen 2025 - Finanza
Trump promette regole chiare: implicazioni su sovranità monetaria e strategie global

l Bitcoin torna sotto i riflettori, sfiorando nuovamente il suo recente record di 109.071 dollari. La notizia che ha riacceso l’interesse degli investitori è l’annuncio, da parte della Securities and Exchange Commission (SEC), di una task force destinata a regolamentare le criptovalute. È il primo segnale concreto del nuovo corso inaugurato da Donald Trump, deciso – almeno nelle intenzioni – a fare degli Stati Uniti un polo d’attrazione per i capitali digitali.
Uno scossone al mercato, deluso dal primo giorno di Trump
Il settore crypto aveva accusato un contraccolpo non appena Trump si è insediato, poiché si aspettava di figurare tra le priorità del presidente. Al contrario, le criptovalute erano state ignorate nei decreti iniziali.
Ora, però, l’istituzione di una task force dedicata restituisce fiducia a quanti sperano in regole certe e in un quadro normativo in grado di legittimare Bitcoin e altcoin sul piano finanziario. Il mercato ha reagito subito, con Bitcoin in rialzo e una ritrovata spinta speculativa.
Perché è rilevante?
- Sovranità monetaria: Se gli Stati Uniti favoriranno l’integrazione del Bitcoin nel tessuto bancario e regolamentare, potrebbe emergere una valuta “parallela” che convive – o compete – con il dollaro. Questo scenario metterebbe in gioco il ruolo della Federal Reserve e la tradizionale egemonia del biglietto verde nei mercati internazionali.
- Concorrenza con CBDC: Mentre alcuni Paesi sperimentano monete digitali di Stato (Central Bank Digital Currencies), un allineamento statunitense a favore di Bitcoin potrebbe trasformare la criptovaluta in uno strumento di influenza globale alternativo alle CBDC nazionali.
- Strategie di potere internazionale: Una regolamentazione chiara, firmata dagli Stati Uniti, attirerebbe aziende e investitori desiderosi di operare in un mercato “legale” e ben definito. Ciò consoliderebbe la leadership americana in un settore emergente, creando un effetto calamita per i capitali mondiali e ponendo le basi per nuovi accordi bilaterali, soprattutto con Paesi che vogliono emanciparsi dalla sfera del dollaro tradizionale.
Trump e i possibili conflitti di interesse
Donald Trump si è autoproclamato “presidente delle criptovalute”, ma dietro a questa svolta si intravedono possibili zone d’ombra. Progetti crypto privati, in qualche modo riconducibili al suo entourage, hanno già suscitato interrogativi sulla linea di confine tra interesse pubblico e tornaconto personale.
- La coin a marchio
$TRUMP
e altre iniziative similari hanno alimentato un fervore speculativo. - I critici temono che la regolamentazione possa subire influenze “personalistiche”, con standard favorevoli ad alcuni token o piattaforme vicini all’orbita del presidente.
Se la Casa Bianca e la SEC non chiariranno i termini della nuova disciplina, i dubbi sulla trasparenza decisionale rischiano di offuscare i potenziali vantaggi di una normativa ben delineata.
Prospettive e sfide future
- Volatilità: Prima che vengano diffuse norme puntuali, il mercato crypto continuerà a muoversi a scossoni, oscillando tra l’euforia per le promesse presidenziali e la prudenza di chi teme regolamentazioni restrittive.
- Coesistenza con l’economia tradizionale: Integrare Bitcoin e altre criptovalute nei circuiti finanziari standard significa definire responsabilità, assicurazioni e metodi di sorveglianza. Resta da capire in che modo verranno coinvolte le grandi banche statunitensi, storicamente influenti a Washington.
- Equilibri geofinanziari: Se Trump dovesse adottare politiche “pro-Bitcoin” per rafforzare il potere americano, potrebbe aprire un nuovo capitolo di competizione con attori globali – da un lato le banche centrali con le loro CBDC, dall’altro Paesi che vedono nelle criptovalute un mezzo per sfuggire al controllo del dollaro.
Conclusioni: segnali di una svolta
La nascita di una task force alla SEC rappresenta un segnale inequivocabile: le criptovalute sono ufficialmente sul radar della nuova amministrazione. Questo non significa che sia garantito un percorso privo di ostacoli. Al contrario, le incertezze su conflitti di interesse, le resistenze del sistema bancario tradizionale e il fattore volatilità restano al centro del dibattito.
Se Trump dovesse riuscire a coniugare regole chiare, libertà di mercato e garanzie per gli investitori, gli Stati Uniti potrebbero consacrarsi come l’epicentro globale della finanza digitale. In caso contrario, il rischio è quello di una “rivoluzione a metà” che, invece di consolidare la leadership di Washington, finirebbe per rinviare la vera consacrazione delle criptovalute a un’altra stagione, o a un altro Paese.