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Bardella si ritira dopo il gesto di Bannon: “Inaccettabile”

22 Feb 2025 - USA

Il leader del Rassemblement National annulla il suo intervento alla convention dei conservatori dopo che Steve Bannon ha fatto un gesto interpretato come un saluto romano. L'ex stratega di Trump lo attacca: "Un ragazzino che si piega ai media mainstream".

Bardella si ritira dopo il gesto di Bannon: “Inaccettabile”

La CPAC e la rivoluzione conservatrice globale

La Conservative Political Action Conference (CPAC) 2025, in corso a Washington, si è confermata come il principale evento di riferimento per il mondo conservatore e sovranista internazionale. Quest’anno, la convention ha registrato una partecipazione ancora più ampia, con delegazioni e leader politici provenienti da tutto il mondo, accomunati da una visione alternativa al globalismo e alla governance progressista dominante. Tra i protagonisti, oltre a Donald Trump, che terrà il discorso di chiusura, spiccano figure come il presidente argentino Javier Milei e l’ex stratega di Trump Steve Bannon.

Tuttavia, la CPAC è diventata terreno di polemiche a causa di un gesto di Steve Bannon, che al termine del suo intervento ha sollevato il braccio in un modo che alcuni hanno interpretato come un “saluto romano”. Un video dell’evento è stato diffuso rapidamente sui social e dai media mainstream, scatenando una tempesta di critiche.

Bannon, la rivoluzione populista e le polemiche mainstream

Steve Bannon, ideologo della destra populista e fautore della cosiddetta “rivoluzione nazionalista”, ha usato il suo intervento per incitare i conservatori a non cedere alle pressioni del sistema, invitandoli a “combattere, combattere, combattere”. Una retorica forte, in linea con il momento politico americano, che vede Trump riconquistare la Casa Bianca, e con il vento del cambiamento che soffia sempre più impetuoso in Europa.

Come sempre, le élite mediatiche hanno colto la palla al balzo per screditare la convention e chi vi partecipa, amplificando il gesto di Bannon e strumentalizzandolo per gettare ombre su tutto il movimento. L’Anti-Defamation League e altri gruppi progressisti hanno immediatamente condannato Bannon, accusandolo di incitamento all’odio e riferimenti nazisti, mentre gran parte della stampa mainstream ha rilanciato il caso senza contestualizzarlo.

Bardella si ritira: segnale di debolezza per la destra francese?

La reazione più clamorosa è arrivata dal leader del Rassemblement National, Jordan Bardella, che ha deciso di annullare il suo intervento alla CPAC, ufficialmente per non essere associato a un gesto che rimanderebbe all’ideologia nazista. Il giovane leader francese ha dichiarato di non voler in alcun modo essere accostato a simili polemiche e ha subito preso le distanze da Bannon.

Questa decisione ha scatenato reazioni forti. Lo stesso Bannon, in un’intervista a Le Point, ha attaccato Bardella definendolo “un ragazzino, non un uomo” e accusandolo di “piegarsi ai diktat dei media mainstream”. Parole dure, ma che sollevano una questione importante: sta forse il Rassemblement National virando verso una posizione più moderata e istituzionale, lontana dalla battaglia culturale e politica che sta scuotendo l’Occidente?

Bardella: l’ascesa di un leader o l’inizio di una normalizzazione?

Jordan Bardella, classe 1995, è una delle figure emergenti della destra europea. Successore designato di Marine Le Pen alla guida del RN, si è costruito un profilo politico giovane e incisivo, conquistando una crescente popolarità tra gli elettori francesi grazie a un mix di pragmatismo e retorica identitaria.

Tuttavia, il suo recente atteggiamento solleva interrogativi: il RN, un tempo baluardo della destra dura e coerente con le sue battaglie sovraniste e anti-globaliste, sta forse diventando un partito di stampo liberale, più attento a non urtare la sensibilità dei salotti buoni piuttosto che a guidare il cambiamento?

Il suo passo indietro alla CPAC suggerisce un tentativo di rassicurare l’establishment, ma questa strategia potrebbe rivelarsi controproducente. L’elettorato di destra non cerca compromessi e cedimenti, ma leader in grado di sfidare il sistema con determinazione. In un mondo in cui Trump, Milei e altre figure emergenti stanno ridefinendo i parametri del conservatorismo, un atteggiamento troppo timido potrebbe relegare il RN al ruolo di un partito “rispettabile” ma inefficace.

Meloni e la presenza italiana alla CPAC

Alla CPAC, Giorgia Meloni è attesa per un intervento in collegamento video, sottolineando il legame tra l’Italia e il mondo conservatore internazionale. Presenti anche le europarlamentari leghiste Susanna Ceccardi, Anna Cisint e Silvia Sardone, a testimonianza di una destra italiana sempre più inserita nei circuiti globali dell’alternativa al progressismo.

Se la destra europea vuole rimanere protagonista del cambiamento, non può permettersi di indietreggiare davanti alle polemiche orchestrate dai media mainstream. La rivoluzione sovranista è in corso e solo chi avrà il coraggio di portarla avanti senza compromessi potrà realmente segnare il futuro dell’Occidente.

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