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Andrea Purgatori, le indagini sulla sua morte e i dubbi sulla diagnosi

21 Lug 2023 - Italia

Andrea Purgatori, le indagini sulla sua morte e i dubbi sulla diagnosi

La morte di Andrea Purgatori, avvenuta il 19 luglio 2023 a Roma dopo una breve e fulminante malattia, ha scosso il mondo del giornalismo e della cultura. Il noto giornalista, sceneggiatore e autore televisivo, che aveva 70 anni, era affetto da un tumore ai polmoni, ma la sua famiglia ha denunciato alla Procura della Capitale dei possibili errori nella diagnosi e nelle cure ricevute.

La denuncia

In seguito alla denuncia, la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e ha iscritto nel registro degli indagati due persone che lavorano in una delle cliniche dove era stato curato Purgatori. Si tratta di due medici che avrebbero diagnosticato al giornalista delle metastasi cerebrali, che lo avrebbero portato a sottoporsi a pesanti cicli di radioterapia al cervello.

Tuttavia, secondo altri medici che hanno visitato successivamente Purgatori in un’altra struttura romana, le lesioni al cervello non sarebbero state metastasi, ma segni di un’ischemia cerebrale. In altre parole, non ci sarebbe stata alcuna diffusione del tumore al cervello e la radioterapia sarebbe stata inutile e dannosa.
Per fare chiarezza sulla vicenda, i magistrati hanno disposto il sequestro delle cartelle cliniche di Purgatori e l’autopsia sulla salma, che dovrebbe essere effettuata nei prossimi giorni.

Se l’esame confermerà la presenza di metastasi cerebrali, l’indagine potrebbe andare verso un’archiviazione. Se invece verrà dimostrato che le lesioni erano dovute a un’ischemia, la posizione dei due medici indagati potrebbe aggravarsi.

La famiglia

La famiglia di Purgatori ha chiesto di accertare “la correttezza della diagnosi refertata in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie”. Gli avvocati della famiglia hanno preferito non rilasciare altre dichiarazioni in merito all’esposto presentato in procura.

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