Accordo USA-Ucraina sulle terre rare: Kiev cede le risorse
26 Feb 2025 - Mondo
Gli Stati Uniti ottengono accesso alle materie prime strategiche ucraine in cambio di 350 miliardi di dollari e armi. Trump: "L'Europa ora paghi di più per la sicurezza di Kiev". Mosca osserva con attenzione.

L’Ucraina e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per lo sfruttamento congiunto delle risorse minerarie ucraine, comprese le terre rare, il petrolio e il gas. Questo patto, presentato come una svolta economica per Kiev, ha una forte valenza geopolitica, in quanto si inserisce in un quadro più ampio di ridefinizione dei rapporti di forza tra Washington, Mosca e l’Unione Europea.
L’intesa arriva in un momento cruciale, con l’amministrazione Trump impegnata a ridisegnare il ruolo americano nel conflitto ucraino, privilegiando una soluzione diplomatica rispetto al sostegno incondizionato a Kiev. Se da un lato il governo ucraino spera di consolidare i propri legami con gli Stati Uniti e garantire una continuità nei finanziamenti, dall’altro si moltiplicano le domande sul futuro dell’indipendenza economica ucraina e sulle conseguenze di una possibile distensione tra Washington e Mosca.
Cosa prevede l’accordo tra Ucraina e Stati Uniti?
Secondo le indiscrezioni, la bozza iniziale dell’accordo prevedeva una richiesta statunitense per ottenere il diritto al 100% dei proventi delle risorse minerarie ucraine per un valore stimato di 500 miliardi di dollari. Tuttavia, dopo un braccio di ferro diplomatico, Washington ha accettato di ridurre drasticamente le proprie pretese, accettando una formula di sfruttamento congiunto.
La versione finale dell’intesa prevede la creazione di un fondo binazionale in cui l’Ucraina contribuirà con il 50% dei proventi dalla monetizzazione delle risorse minerarie statali. Questo fondo verrà utilizzato per investimenti infrastrutturali e strategici nel paese, escludendo dal perimetro dell’accordo le risorse già utilizzate per il bilancio nazionale, come quelle gestite da Naftogaz e Ukrnafta, i principali produttori di petrolio e gas ucraini.
Tuttavia, un aspetto controverso dell’accordo riguarda l’assenza di garanzie di sicurezza esplicite da parte degli Stati Uniti, un punto su cui Kiev aveva inizialmente insistito in cambio della concessione delle proprie risorse. Questo significa che, sebbene l’Ucraina potrà beneficiare di investimenti e finanziamenti, non è garantito un impegno statunitense sul lungo periodo in caso di nuova escalation militare con la Russia.
Trump: “L’Ucraina ottiene 350 miliardi di dollari e armi, ma l’Europa paghi di più”
Donald Trump ha accolto l’accordo come una vittoria per entrambe le parti, sottolineando come l’intesa garantirà all’Ucraina 350 miliardi di dollari e nuove forniture di equipaggiamento militare.
“Gli ucraini sono ottimi soldati, ma senza i soldi e le armi americane questa guerra sarebbe finita prestissimo. Io sono stato quello che ha dato i Javelin all’Ucraina, con quei missili hanno distrutto tanti tank russi. Senza le forniture americane e senza i nostri soldi, questa guerra sarebbe finita subito.”
Parole che suonano come una conferma della strategia trumpiana: supporto condizionato e finalizzato a un obiettivo preciso, ovvero raggiungere un accordo di pace con la Russia. Trump ha dichiarato di aver discusso con Vladimir Putin e di essere fiducioso sul fatto che la guerra possa essere risolta in tempi brevi.
Ma Trump non ha risparmiato critiche all’Europa, ribadendo che Washington non può continuare a finanziare la guerra in maniera sproporzionata rispetto agli alleati occidentali:
“L’Europa sarà responsabile per la sicurezza dell’Ucraina dopo l’accordo. L’Europa ha messo 100 miliardi, noi abbiamo speso 300 miliardi. Vogliamo equilibrio. Non credo che la sicurezza dell’Ucraina sarà un problema. Una volta che faremo l’accordo, la Russia non tornerà lì.”
L’America, dunque, intende ridurre il proprio impegno diretto nel conflitto, lasciando che siano i paesi europei a farsi carico della stabilità ucraina nel medio-lungo termine.
Un accordo che cambia gli equilibri geopolitici?
L’intesa tra Ucraina e Stati Uniti rappresenta molto più di una semplice cooperazione economica. Le terre rare e le risorse energetiche ucraine sono strategiche non solo per Kiev, ma per l’intero scacchiere globale. Con questo accordo, Washington si assicura l’accesso a materie prime fondamentali per l’industria tecnologica e militare, mentre l’Ucraina cerca di consolidare la propria posizione come partner privilegiato dell’America, nonostante il rischio di essere lasciata sola una volta raggiunto un eventuale compromesso con la Russia.
D’altra parte, la scelta di non inserire garanzie di sicurezza esplicite e di coinvolgere direttamente le aziende americane nell’estrazione delle risorse pone nuovi interrogativi sulla sovranità ucraina e sulle realistiche prospettive di una pace negoziata. La Russia osserva con attenzione questi sviluppi, consapevole che il destino economico dell’Ucraina potrebbe diventare una moneta di scambio nei futuri negoziati diplomatici.
Nel frattempo, la visita di Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca nelle prossime settimane segnerà un passaggio decisivo: sarà l’occasione per la firma ufficiale dell’accordo e per comprendere se il presidente ucraino sarà disposto ad accettare le condizioni imposte dall’amministrazione Trump o se, al contrario, tenterà di ottenere concessioni ulteriori, magari riaprendo il dossier delle garanzie di sicurezza.
Con l’Europa sempre più marginalizzata nei negoziati e gli Stati Uniti pronti a ridefinire il loro ruolo strategico, il destino dell’Ucraina potrebbe dipendere dalla realpolitik trumpiana e dalle prossime mosse del Cremlino.