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Aborto dogma di Stato: la mossa di Sánchez

- Europa

Pedro Sánchez vuole inserire l’aborto in Costituzione, trasformando un dramma umano in un dogma progressista. Vox denuncia la deriva ideologica e difende la vita contro la manipolazione della Carta fondamentale.

Aborto dogma di Stato: la mossa di Sánchez

📋 Riassunto dell'articolo

Pedro Sánchez ha annunciato una riforma per inserire l’aborto nella Costituzione spagnola. Una scelta che appare come un atto ideologico e propagandistico, utile a distrarre dai casi di corruzione che toccano il suo governo. Vox denuncia la deriva e ribadisce che la vera priorità è difendere la vita nascente e ascoltare il dolore delle donne, non imporre un dogma progressista.

Pedro Sánchez e la trasformazione dell’aborto in dogma di Stato

Pedro Sánchez ha annunciato che porterà al Congresso una proposta per inserire l’aborto nella Costituzione spagnola. Non basta più che la legge lo consenta, non basta che i tribunali abbiano già stabilito un quadro normativo: per il premier socialista, l’aborto deve diventare un principio scolpito nella pietra, una verità imposta a tutti gli spagnoli. È il salto definitivo: dalla regolazione legale all’adorazione ideologica.
Dietro questa mossa non c’è l’urgenza di tutelare le donne, ma la volontà di usare la Carta fondamentale come strumento di battaglia politica, nel tentativo di distrarre l’opinione pubblica dagli scandali di corruzione che stanno logorando il suo governo.

L’attacco alla vita nascente

L’aborto non è un “diritto”, ma la soppressione di una vita. È la decisione più radicale che una società possa normalizzare: autorizzare che l’innocente venga sacrificato nel grembo materno. Sánchez non parla di questo, non pronuncia mai la parola “vita”, perché sa che tocca la coscienza di milioni di spagnoli. Eppure, al di là delle formule progressiste, la realtà resta: ogni aborto è la rinuncia a difendere il più debole, colui che non ha voce.
Blindare l’aborto in Costituzione significa blindare la cultura della morte. Significa negare che possano esistere percorsi alternativi, di sostegno, di accoglienza, di aiuto reale alle madri in difficoltà.

Il silenzio imposto sul dolore delle donne

Accanto a questa forzatura, Sánchez ha annunciato che vieterà la diffusione di “informazioni false” sull’aborto, con chiaro riferimento alle iniziative di Vox che chiedono di informare le donne sui rischi psicologici e fisici che possono accompagnare l’interruzione di gravidanza. Qui la questione è gravissima: il governo si arroga il diritto di decidere cosa si può dire e cosa no, negando il dolore reale di tante donne che hanno vissuto l’aborto come trauma, non come liberazione.
Negare il “sindrome post-aborto” significa cancellare la sofferenza di chi porta con sé un peso enorme, che spesso si manifesta negli anni con depressioni, sensi di colpa, squilibri familiari. Non è propaganda: è vita concreta, è esperienza. Silenziarla è un atto di violenza culturale.

La Costituzione piegata all’ideologia

Il premier vuole che la Costituzione, anziché difendere i valori condivisi e universali, diventi un manifesto politico progressista. Invece di proteggere la vita, sceglie di proteggere la sua distruzione. Invece di dare voce alla verità plurale della società, sceglie di imporre un’unica narrazione ideologica.
Il Partido Popular ha già detto no, e fa bene. Non è una questione di tattica, ma di principio: la Costituzione non può essere piegata al fanatismo di una sinistra che trasforma ogni tema etico in una bandiera ideologica.

L’alternativa conservatrice: difendere la vita

In una Spagna dove il premier vuole celebrare l’aborto come conquista, Vox e milioni di spagnoli ricordano che la vera conquista è difendere la vita. Che ogni bambino concepito ha diritto a nascere. Che la società non è più giusta quando normalizza la morte, ma quando apre spazi di sostegno, di maternità tutelata, di famiglie aiutate.
Non serve blindare l’aborto: serve blindare la vita. Non serve imporre il silenzio: serve dare voce al dolore delle donne, alla loro richiesta di aiuto, alla loro speranza di non dover scegliere tra disperazione e soppressione.

Una deriva pericolosa

Pedro Sánchez non difende i diritti: li manipola. Vuole scolpire nella Costituzione non un principio universale, ma la resa culturale della Spagna di fronte a una visione che celebra la morte invece della vita.
La battaglia che si apre non è solo politica: è morale, è culturale, è di civiltà. O si difende la vita, oppure si accetta che l’aborto diventi il nuovo “dogma costituzionale” di un’Europa smarrita. Vox ha avuto il coraggio di dire ciò che molti pensano: la vita non si negozia.

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